Pensieri A Raffica: Il Mio Cervello in Evidenza (Riflessione #523)

Influenza-mania: Esplorando il Glam Digitale degli Influencer

Mercoledì 3 gennaio 2024, ore 12:43, pranzo con gli ex compagni delle superiori.
La mia dirimpettaia di banco viene da me e fa: «Oh Sé, hai visto che ha combinato la Ferry con la storia dei panettoni rosa?»
«Più che visto, ho sentito», rispondo, impegnato come sono a vedermela con delle squisite tagliatelle alle vongole, non ho tutta questa gran voglia di mettermi a discutere di uno scandalo mediatico che in questi giorni sta facendo più scalpore delle festività appena trascorse, comunque le do corda e chiedo cosa c’è di nuovo.
«Niente di che», risponde, «il solito macello.» Fissa il vuoto con l’aria trasognata, continuando ad arricciarsi una ciocca di capelli, poi si mette a sghignazzare.
«Cosa?»
«Tu che scrivi tanto e ce l’hai con tutti», dice, «perché non scrivi qualcosa sugli influencer che dicono agli altri quello che devono fare? Non è una brutta idea, vé?» Dopodiché si alza e raggiunge quella che ai tempi della scuola era la sua best friend.
Io intanto continuo a mangiare e pensare agli affari miei, ma ad un certo punto mi blocco e alzo lo sguardo, fronte aggrottata, labbra socchiuse e forchetta a metà strada tra il piatto e la bocca. «Porca misè», mormoro tra me e me, «non è una brutta idea proprio per niente. Questa me piace.»
Tornato a casa, non ho perso tempo neanche a togliermi le scarpe, e col retrogusto di vongole ho iniziato a buttare giù questo pensiero che si è rivelato più stimolante di quanto credessi.

Riflessione #523

Oggi parliamo di loro, gli influencer, quelle creature digitali che popolano gli schermi di tv e smartphone rifilando al pubblico, che li venera come idoli d’oro, non solo prodotti ma anche stili di vita. Facciamo un po’ di chiarezza, e iniziamo il nostro solito dibattito chiedendoci se sia davvero così indiscutibilmente obbligatorio affidarsi a queste figure mistiche per ottenere ispirazione, informazioni, intrattenimento e consigli su come vivere meglio. È davvero necessario seguire i dogmi di qualcuno che indossa abiti glitterati e sorride come una marionetta costipata, o ringraziando il cielo possiamo ancora pensare con le nostre teste di uomini liberi?

In una realtà plasmata attorno al concetto di perfezione, in cui scegliere il giusto filtro Instagram è più importante della salute, e ciarlare al telefono conta più di parlare con tuo figlio, la singolarità sta cedendo il passo a un’enorme massa di seguaci che pur di emulare il prossimo modello si indebita fino all’inverosimile. Ma perché io, persona grande, grossa e vaccinata, che si è rotta l’arganetto e spezzato la schiena tutta la vita pur di portare a casa un pezzo di pane, dovrei fare quello che uno sconosciuto, che giudica il mio modo di vivere, mi dice di fare?

Che da qualche parte ci sia qualcuno che fornisce contenuti di valore è vero (consigli su come viaggiare senza spendere troppo, tutorial su come preparare la prossima cena romantica o recensioni delle ultime novità in libreria). Tuttavia, credo sia importante ricordare che il discernimento personale non dovrebbe mai essere sacrificato sull’altare di chi dice «Cosi è meglio», o ai piedi di chi ripete a pappagallo «Iscriviti al mio canale». Ovviamente fa bene all’anima lasciarsi ispirare da qualcuno, ma dovresti evitare, Fedele Lettore, di diventare un clone senza cervello che segue la voga del momento come una falena attratta dalla luce.

Guardiamo la situazione con un po’ di sarcasmo per fare come Pulcinella che, scherza scherza, dice la verità. Rifletti su questo, Fedele Lettore: quanti, tra quelli che conosci, hanno acquistato un prodotto perché un influencer, incontrato per caso scrollando i feeds sul loro social preferito, l’ha menzionato in un video? E quante volte (sarei pronto a rompere il mio porcellino salvadanaio e giocarmici i risparmi di una vita) suddette persone hanno scoperto che quel fantastico prodotto miracoloso costato un botto si è rivelato, oltre che una ciofeca, un vuoto cosmico nel portafogli? Se dico Panettone-gate, ti viene in mente qualcosa?

Autoproclamati esperti in ciò che si sono improvvisati a fare, questi maestri del nulla (e del surrogato della vita così com’è meglio che tu, uomo normale che si alza alle quattro del mattino per andare in fabbrica per permettere alla tua famiglia di vivere dignitosamente, faresti meglio ad accettare per non essere esiliato dalla massa) spacciano purea di patate per l’elisir dell’eterna giovinezza. E molti, purtroppo, ci cascano con tutte le scarpe, affascinati da come i loro idoli trasformino la banalità in qualcosa di solenne che devono assolutamente avere, anche a costo di svendere la propria dignità a prezzo ridotto.

Se uno non ha niente di meglio a cui pensare o vuole ammazzare il tempo mentre è in coda alle poste, può sempre scoprire come l’ennesimo cuoco spuntato fuori dal nulla riesce a cucinare con le mani legate. Ma a costo di sembrare zelante, io mi chiedo: è davvero questo il modo in cui vogliamo vivere, o siamo solo scontenti? Più di quanto dovremmo, concentriamo la volontà su ciò che non abbiamo, dando per scontate le cose in nostro possesso. Cosa c’è di sbagliato in noi? Io credo nulla, anzi. Circostanze avverse a parte, siamo migliori di quel che crediamo.

Che dire dell’ispirazione? È proprio necessario venerare la vita di qualcun altro pur di trovare lo stimolo di cui abbiamo bisogno per superare un brutto momento? La bellezza risiede nelle imperfezioni, nelle sfide superate e nelle lezioni apprese. Forse è il momento di tirar fuori la nostra capacità di riconoscere la meraviglia nella vita di tutti i giorni, anziché cercarla in un mondo di filtri, sfondi verdi e pose studiate. Sulla scia di questo pensiero, credo che preferire la vita di qualcun altro alla nostra sia una grave mancanza di rispetto verso sé stessi e coloro che ci sono accanto.

Di solito non do mai consigli (a meno che condizioni specifiche non lo richiedano o qualcuno venga da me per sapere cosa ne penso) ma stavolta voglio fare uno strappo alla regola e parlare più liberamente di quanto faccia di solito. Nella mia modesta umiltà, Fedele Lettore, ti suggerisco questa cosa: stupisci le persone giorno per giorno, non su Instagram, Facebook o qualsiasi altra piattaforma ti venga in mente, perché condividere solo i momenti felici delle tue giornate non equivale ad essere veramente soddisfatti. E per favore, se segui personaggi fittizi come se da ciò dipendesse il destino della razza umana, non ispirarti a loro, e per carità non imitarli. Non renderti ridicolo solo perché qualcuno ti sbatte in faccia che la sua esistenza “potrebbe essere” più pulita della tua. Vali più di quanto credi, senza il bisogno di qualcuno che te lo ricordi o che lo sparga ai quattro venti. Ringraziando il cielo l’autostima è ancora gratis, perciò, armati di tutta quella che hai e che riesci a trovare (fidati, abbiamo tutti una riserva d’autostima extra pronta all’uso) e affronta l’ingannevole illusione di non essere all’altezza sfruttando le tue qualità per azzardarti dove ‘sti tizi non oserebbero mai spingersi.

Per chiuderla qui, mentre alcuni influencer possono certamente offrire contenuti di valore, è importante non perdere di vista la propria individualità e capacità di pensare autonomamente. Non c’è nulla di sbagliato nell’essere ispirati, ma dobbiamo evitare di diventare marionette inconsapevoli nelle mani di chi nemmeno sa come si tirano i fili. Andare per conto proprio fa spavento, ma siamo persone adulte che non hanno bisogno di essere condotte per mano verso una destinazione altrimenti a noi preclusa. Godiamoci l’universo digitale, ma senza dimenticare di essere noi i registi delle nostre vite, e senza dover seguire il copione di qualcun altro.

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