Pensieri A Raffica: Il Mio Cervello in Evidenza (Riflessione #555)

Libertà Rubata: Un Intruso Chiamato Amore

Chi mi conosce bene sa quanto io detesti perdere tempo e ce l’abbia a morte con qualsiasi cosa mi faccia far tardi o scombini i miei programmi (soprattutto quando mi si chiede di fare qualcosa dieci minuti prima che si presume ciò avvenga), per questo motivo, come posso astenermi dal parlare a voce alta di quella che per me è la perdita di tempo per eccellenza, la causa di ogni problema, quel fenomeno che costringe l’uomo a dire una cosa quando in realtà ne pensa un’altra, ossia l’amore? Ti avverto, Fedele Lettore, oggi sarò più freddo e analitico del solito.

Riflessione #555

 

Dicono che l’amore sia un concetto astratto, una cosa che scalda gli animi e che riempie i cuori, e che molti considerano sublime e per la quale farebbero carte false, deprezzando quanto valgono, pur di ottenerne un assaggio. Al contrario di loro, invece, a parer mio l’amore è una catena che imprigiona, un silenzioso ladro di energia vitale, un intruso che subdolamente si insinua nelle priorità della vita. A queste condizioni, Fedele Lettore, non posso fare a meno di considerarlo come una forza che, anziché liberare, invade e ostacola il cammino verso il corretto perseguimento di obbiettivi degni di nota.

Attenzione, non sto dicendo che l’amore (o in qualsiasi altro modo tu voglia chiamarlo) non esiste, anzi. Secondo me l’amore c’è, ma purtroppo è passato di moda, e per quanto mi riguarda meglio lasciarlo stare dove sta, e che se ne occupi qualcuno che ci capisca qualcosa. Ad ogni modo, quando le emozioni si mescolano tra loro guadagnando in banalità, l’energia, che potrebbe essere volta a scoprire, coltivare, mantenere e migliorare valori che hanno un senso, viene risucchiata dalla voragine di un romanticismo artefatto che, dieci volte su dieci, non è mai la favoletta rosa che uno spera di vivere.

Qualsiasi rapporto abbia a che fare col sopracitato romanticismo rivendica tempo, attenzione e dedizione, cioè risorse che potrebbero essere utilizzate nell’approfondimento di idee e progetti o nel miglioramento personale. L’amore spesso richiede (oserei dire spesso pretende) compromessi, sacrifici e una costante e sfibrante attenzione alle esigenze del partner, lasciando poco spazio alla ricerca di una singolarità e corrompendo l’indipendenza morale. Questo compromesso può andar bene a qualcuno (contento lui) ma nel mio caso è un rallentamento, poiché ogni risorsa è diretta al mantenimento della relazione. In poche parole: tutto questo ambaradan, per me, è soltanto una colossale perdita di tempo.

L’efficienza, che dovrebbe essere investita nel perfezionamento delle proprie capacità e potenzialità, va a farsi benedire, andando a disperdersi nella manutenzione di dinamiche farlocche prive di senso e misura. Gli obbiettivi cambiano, e le ambizioni svaniscono o passano in secondo piano. È come se l’amore avesse il potere d’interrompere la coerenza dei risultati, intaccando la continuità dei progressi. Decisioni di qualunque genere, importanti o meno, vengono condizionate da sviluppi relazionali basate su una visione tolemaica e totalitaria dello stare insieme completamente errata, portando a scelte che, in assenza di legami affettivi, pongono una o più parti addirittura contro sé stesse.

Quindi capirai, Fedele Lettore, come mai io preferisca tenermi alla larga dall’amore. Considerandolo una minaccia per la libertà individuale e diretta autorealizzazione, scelgo volontariamente di mantenere il focus su obbiettivi concreti (che alla loro realizzazione avranno senso pratico) per non permettere a qualunque genere di sentimentalismo di limitarmi con passioni superficiali imposte da puerili storielle strappalacrime. La mia libertà e la mia indipendenza valgono troppo per essere svendute a prezzo ridotto. In una realtà dove l’essere fedeli a sé stessi viene corrotto da relazioni artefatte, m’attengo a una conformità di pensiero attraverso l’autodeterminazione e il perseguimento incondizionato di vere aspirazioni.

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