Con i respiri del tuo cuore

Una chiacchierata non troppo scientifica sulla capacità terapeutica della scrittura.

«Scrivere è necessario per la mia salute. Come scrittore, posso esternare su carta tutte le mie paure, le mie insicurezze, i miei terrori notturni, laddove tanta gente spende una piccola fortuna con gli strizzacervelli. Tutta la rabbia, l’odio, la frustrazione, tutto quello che c’è di pericoloso, malato e pazzo dentro di me, sono capace di riversarlo nel mio lavoro. C’è molta gente in camicia di forza che non ha questa fortuna.»
Stephen King

E tu, hai mai pensato di scrivere i tuoi pensieri su carta?
Si, no, forse?
Beh, che tu l’abbia fatto oppure no, esprimere sentimenti e idee tramite la scrittura può avere non pochi benefici psicologici, fisici e anche terapeutici. Sì, hai sentito bene, scrivere non è soltanto un modo per comunicare, ma può anche essere una forma di terapia per il benessere mentale ed emotivo. In questo articolo scopriremo come un’azione tanto semplice produce effetti tanto grandi. E mi raccomando, arriva fino alla fine per conoscere una chicca a proposito del Re del terrore.

La scrittura sbircia nel tuo mondo interiore

La scrittura è uno strumento eccezionale per esplorare il tuo mondo interiore. Ti permette di esprimere e mettere a parole ciò che provi dando un senso alle tue emozioni. Puoi scrivere di tutto: dai sogni risvegliati a quelli interrotti, dagli alti e bassi della giornata fino alle paure più profonde. Questo processo ti darà l’opportunità di riflettere su ciò che ti colpisce permettendoti di esplorare aspetti di te stesso che potresti non conoscere a fondo.

La scrittura libera dallo stress

Lo stress, purtroppo, è una costante nella vita della maggior parte di noi, ma la buona notizia è che la scrittura può aiutarci ad affrontarlo meglio. Quando scrivi ciò che senti, permetti al cervello di scaricare il peso delle frustrazioni e di svuotarsi della tensione accumulata. Questo ti darà una sensazione di sollievo e liberazione. È come se stessi riponendo i pensieri negativi in un cassetto della mente, lasciandoti spazio per affrontare le sfide quotidiane in modo più naturale e organizzato.

La scrittura riscopre la creatività

La scrittura è anche un’ottima strada per sbloccare la creatività. Liberarsi dalle restrizioni mentali e permettere alla mente di vagare mentre scrivi può portare a nuove idee e soluzioni innovative. Non importa se stai scrivendo una poesia, un racconto o anche solo un diario personale, lascia andare l’immaginazione e segui il flusso della penna. Scoprirai che scrivere può essere un vero e proprio atto di liberazione.

La scrittura traccia il tuo percorso di crescita

La scrittura può fungere anche da traccia per il tuo percorso di crescita personale. Tenere un diario ti aiuterà a guardare indietro e vedere quanto hai progredito nel tempo. Puoi annotare i successi, le ispirazioni e le sfide superate. Rileggendo le tue esperienze, sarai in grado di apprezzare i passi avanti che hai compiuto e gestirai meglio i momenti difficili con i quali potresti avere a che fare in futuro.

 

La scrittura come terapia

Alice Flaherty (una cervellona presso l’università di Harvard e il Western Massachusetts Hospital) ritiene che scrivere inneschi un rilascio di dopamina (ormone della felicità) nel cervello, molto simile a quello generato da attività come correre, ascoltare musica e giocare ai videogiochi. Nancy Morgan (un’altra cervellona) sostiene che la parola scritta offra vantaggi analoghi fornendo come prova l’impatto estremamente positivo che la scrittura ha avuto su pazienti affetti da cancro e altre gravi patologie.

La scrittura in conclusione

In conclusione, la scrittura è molto più di un semplice mezzo di comunicazione, ed esprimere pensieri ed emozioni attraverso di essa genera benefici terapeutici significativi. Che tu stia cercando di affrontare lo stress, esplorare te stesso o liberare la creatività, la scrittura può essere un valido aiuto lungo il percorso verso il benessere mentale ed emotivo. Quindi, prendi carta e penna e lascia che la magia della parola scritta trasformi la tua vita. Scrivere, alla fine, cambia la tua mente e questo a sua volta cambia la tua vita. La scrittura ti ricorderà che sei tu, e nessun altro, l’autore della tua storia, il padrone del tuo destino, il capitano della tua anima.

Bonus

A te che sei arrivato fin qui, ecco il libro in cui Stephen King imprigionò i suoi demoni. Shining è il primo vero romanzo che zio Steve scrive come autore ormai lanciato nel panorama letterario. È tra i suoi testi più autobiografici, una gigantesca esorcizzazione delle proprie paure e ossessioni più intime. Il protagonista Jack Torrance, ovvero la trasposizione letteraria dello stesso King, è un uomo sull’orlo di una crisi di nervi che fatica a mantenere la famiglia coi pochi soldi che guadagna come insegnante part-time. Frustrato dalle ambizioni da scrittore, ha poco tempo da dedicare alla sua passione, preso tra i lavoretti per arrotondare e i compiti a casa da correggere. Per sopportare il caos di una vita domestica che ha il suono delle urla dei bimbi ancora piccoli, si dà all’alcool. Eh sì, King era alcolizzato, e ne uscirà soltanto verso la metà degli anni ’80 quando la moglie Tabitha lo metterà una volta per tutte difronte al problema.

Di quel periodo King racconta: «Ogni tanto ero assalito da sentimenti scellerati che non avevo mai sospettato di provare, alcuni verso mia moglie, altri verso i miei figli, sentimenti che andavano dall’impazienza alla collera, all’odio puro e semplice. C’erano momenti, specie intorno alle due del mattino, un bimbo in braccio o sulla mia schiena, in cui mi trovavo a chiedermi come diavolo fossi finito in quel folle asilo nido.»

Un King che ammette le sue debolezze umane e che in Shining vomita il terrore di non riuscire a realizzare il sogno di diventare uno scrittore vero. Ma sappiamo tutti com’è andata a finire, no? Shining uscì il 28 gennaio del 1977 diventando il primo best-seller in hardcover di Stephen King con oltre 50mila copie vendute. In Italia, la Sonzogno lo lanciò col titolo di Una splendida festa di morte, sostituito poi con Shining dopo il successo del film al cinema.

 

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