– IL FONDO DEL MIO CIELO –
Parte 1 – 1. DOLORE DI LACRIME INARIDITE
Parte 2 – 2. DOLORE DI LACRIME INARIDITE
Parte 3 – 3. PRIMO INCONTRO
Parte 4 – 4. PRIMO INCONTRO
Parte 5 – 5. LA VALIGIA VUOTA
Parte 6 – 6. IL NOSTRO PRIMO APPUNTAMENT
Parte 7 – 7. CONFORTO
Parte 8
8. PRIMO GIORNO TRA LE BRACCIA DEL TRIGLAV

Il paesaggio verde catturò completamente i miei pensieri, appena mezz’ora dopo essermi ritrovata tra le braccia del Parco Nazionale del Triglav. Il Lago di Bohinj risvegliava in me tutte quelle emozioni di meraviglia che, nell’ultimo periodo, erano rimaste soffocate. Qui, in questo luogo, l’incontro con la bellezza e lo splendore della natura arriva rapido e potente, come il galoppo di cavalli che portano con sé il vento, in un’immagine espressiva che attiva tutti i sensi e raggiunge il suo zenit senza alcuna preparazione, perché l’essere umano semplicemente non è abituato a ricevere tanta bellezza tutta insieme, in un unico istante. Le informazioni e le fotografie che avevo cercato sul Lago di Bohinj non rendevano minimamente la visione che ora mi si presentava davanti agli occhi, e proprio per questo non potevo immaginare la sua unicità senza restare attonita, con la bocca socchiusa per lo stupore.
Mi confermai che avevo fatto la scelta giusta: trascorrere questi tre giorni a soli ventisei chilometri a sud-ovest di Lubiana. Il viaggio in treno era durato circa quattro ore. Poi presi un taxi dal centro di Lubiana, e l’autista mi lasciò davanti alla casa dove avevo prenotato il soggiorno, spiegandomi che lì non esiste abitazione senza finestre rivolte verso il lago. Mi piacque subito il fatto che la casa fosse più avanzata rispetto alle altre, e che di certo avesse una vista migliore. La facciata bianca a tre piani era adornata da elementi in legno color marrone scuro che incorniciavano finestre, porte e balconi, ornati da vasi rossi colmi di fiori variopinti. Questa prima impressione mi prometteva un buon riposo. Aprii la porta e mi trovai di fronte a una piccola reception realizzata nello stesso legno scuro decorativo della parte esterna.
– “Benvenuta…” – mi accolse una donna di mezza età con un gentile sorriso.
– “Ho una prenotazione da voi.”
– “Se può mostrarmi i suoi documenti,” – mi disse con voce pacata e cortese.
Mentre sistemava le pratiche, alla mia sinistra notai una zona vetrata con un’ampia e incantevole vista sul lago, dove due tavoli con alcune sedie color crema attendevano i turisti. Alla destra, invece, si trovavano comodi divani verde scuro, un grande camino nell’angolo e un televisore.
Aprii la porta dell’appartamento al secondo piano e, non appena entrai, mi piacque subito la sua semplicità. Lasciai la valigia nell’ingresso e mi diressi verso la terrazza. Uscii fuori, e davanti a me apparve quella bellezza affascinante, azzurro-verde. Inspirai profondamente. Mi fu chiaro perché i turisti chiedessero sempre una stanza con vista lago. L’acqua limpida brillava come vetro in cui si rifletteva il cielo.
Si dice che il lago si scongeli in aprile, e in quel periodo sia visitato da molti turisti. Durante i mesi invernali, invece, si trasforma in una grande pista di pattinaggio e gli amanti del ghiaccio trovano qui la loro gioia.
Non esiste rimedio migliore della natura quando si è malati di ricordi.
Il dolore che portavo radicato nell’anima era ancora lì. E non mi aspettavo che se ne andasse facilmente, ma almeno sentivo che si stava attenuando.
Un dolore così improvviso, quando colpisce come un fulmine a ciel sereno, è più intenso proprio all’inizio, subito dopo l’impatto.
Ora mi trovavo qui, nel cuore delle Alpi Giulie, per affrontare questo periodo difficile e ritrovare me stessa dopo tutto ciò che mi aveva colpito in modo tanto rapido e inaspettato. Ero del tutto impreparata e, devo ammetterlo, un po’ spaventata per il mio stesso futuro.
Continua…


