“I promessi sposi”, di Alessandro Manzoni – Capitolo XXXV

Ci si salva o ci si perde insieme…

Renzo, giunto in un lazzaretto (luogo dove si “curavano” coloro che avevano contratto la peste) alla ricerca di Lucia, vi incontra fra Cristoforo, al quale ha occasione di raccontare tutto quanto accaduto dal loro ultimo contatto. Il dialogo è appassionato, sia nel senso che emerge l’affetto della paternità spirituale del frate, sia perché Renzo scopre che lì, tra i sedicimila “inquilini” del lazzaretto, c’è anche don Rodrigo.

La passione del giovane s’accende dunque d’ira, minacciando di far chissà che cosa per vendicarsi del male che il malavitoso aveva procurato a lui, a Lucia e alla loro relazione. Il frate, allora, cerca di porre una brusca fine a quel discorso che, per lui, faceva più di una grinza. L’appassionato, d’amore per Lucia e d’odio per Rodrigo, rincorre l’anziano, che gli rimprovera d’essere uno sciagurato.

Fra Cristoforo propone a Renzo la via del perdono, Renzo si ribella ma alla fine segue il frate che lo porta ai piedi del giaciglio dove, inerme e segnato dalla peste, si trovava Rodrigo. Lì, fra Cristoforo, fa un discorso a Renzo, invitandolo a benedire colui che era stato causa di maledizione per lui e la sua Lucia, per riceverne interiore guarigione.

L’acme delle parole che fra Cristoforo rivolge a Renzo è nella frase seguente:

“Forse la salvezza di quest’uomo e la tua dipende ora da te, da un tuo sentimento di perdono, di compassione… d’amore!”.

Renzo aveva paventato addirittura l’eliminazione fisica di Rodrigo, ma così facendo avrebbe permesso al suo odio di trascinarlo nella tomba con quel malfattore; il giovane, infatti, sarebbe finito in carcere, il che è come essere seppelliti vivi in una tomba, sotto la doppia coltre di un mancato perdono e di un perduto amore.

Renzo prega, perdona e parte. Probabilmente Rodrigo aveva bisogno del “lasciapassare” della preghiera e del perdono di Renzo per provare a chiudere gli occhi in pace, e Renzo di ascoltare la parole di fra Cristoforo e vedere Rodrigo in quelle condizioni pietose per aprire gli occhi e “toccare con mano” i sentimenti d’odio che gli laceravano il cuore.

Così si apre una nuova via: la salute interiore dei due è ripristinata e ognuno dei due può partirsene in pace, investito dall’esperienza di essere stato salvato con chi e attraverso chi non ci si sarebbe mai aspettato. Alla fine nessuno si perde ma, insieme, Renzo e Rodrigo, diventano testimoni diretti di una salvezza narrante.

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